JACK

Impossibile, è davvero impossibile descrivere quello che ogni giorno ti regala la tua moto.
Più passa il tempo e più si crea un rapporto carnale tra te e lei.
Più la brami e più lei brama te.
Più la cerchi e più lei cerca te.
Più la pensi e più lei pensa a te.
Che spettacolo. Veramente che spettacolo, non c'è niente di meglio di ritrovarsi da soli con lei, di notte, giocando a perdersi tra strade sconosciute, rincuorati da quel piccolo fascio di luce flebile che ti sussurra - proprio quando sei in dubbio se proseguire o meno - un "avanti dai, non fermarti".

Eh si, di moto ce ne sono tante, ma solo una ti fa innamorare davvero.
Dicono che la stessa cosa valga anche per le donne. Bah.
A questo proposito mi viene in mente un detto famoso nell'ambiente dei bicilindrici americani:
"Harley-Davidson: if I had to explain you wouldn't understand".

Si ok, sono partito dalla fine..
Allora, va detto che fin da piccolo ho ricevuto "cattive influenze" da mio zio.. sono stato infettato da un virus americano che lentamente si è insediato in me e a poco a poco mi ha portato sulla "brutta strada".
Però il primo contatto che ho avuto con il mondo delle due ruote risale all'età di 14 anni quando ricevetti in eredità da mio fratello uno Scarabeo 50. In quegli anni lo "Scara" era il motorino di quelli che a Milano venivano chiamati San Carlini. Certo da subito sia io che mio fratello abbiamo dimostrato una passione e dedizione alla customizzazione.. in questo caso piuttosto tamarra, che però ci permetteva di distinguerci da tutti i fifty da SancaPessima la scritta "sull'asciutto o sul bagnato tieni sempre spalancato".
Lo Scara durò poco e nel giro di 1 anno lasciò il posto alla mia prima vera moto, una splendida KTM 125 EXC del 2006. Cazzo ragazzi.. che figata di moto! Era davvero il mio sogno, fin da piccolo, in montagna, rimanevo ad osservare affascinato i ragazzi che tornavano a casa dopo giornate passate nei boschi, tutti zuppi di fango e terra. Volevo diventare come loro, volevo anche io provare la sensazione di andare ovunque, superare qualunque ostacolo attraversando fiumi, terra, cumuli di detriti o mulattiere.

Con il Kappa iniziai davvero ad innamorarmi delle due ruote. Passavo tutti i giorni con lei e spesso andavo alla sera a trovarla per salutarla e darle la buona notte prima di andare a dormire.
Ero davvero perso.. ogni minuto libero lo volevo passare con lei.. addirittura le parlavo e l'accarezzavo amorevolmente.
Finito il liceo con un gruppetto di amici motorizzati si andava a fare "fuoristrada" nei campi fuori dalla periferia di Milano, e in quelle occasioni il richiamo del vero off-road si faceva sentire. Dovevo a tutti i costi provare l'esperienza della pista.

Foto: il mio primo Kappa, ovviamente niente specchietti, niente frecce e targa fotocopiata e plastificata.

In quel periodo (come tuttora) bazzicavo l'officina di Rudy in Via Wildt a Lambrate.
Un giorno Rudy mi invitò ad unirmi al suo gruppo per andare a girare in una vera pista da cross.
Basta, era la fine. Addio piste improvvisate, addio percorsi scavati con la vanga in mezzo ai detriti di qualche costruzione abbandonata.. un nuovo mondo mi aspettava!


In quegli anni conobbi una moretta, piccolina ma molto intrigante che da subito rapì il mio cuore. Il suo nome era PX 150.
Da subito con la mia Vespina giravo giorno e notte per Milano andando alla ricerca di quelle viette, di quei quartieri della vecchia Milano, quelli ancora con pietra, pavé e ferro battuto.
In quei momenti mi sembrava di vivere un'epoca che non ho mai conosciuto, assaporando profumi antichi e godendomi una Milano degli anni '70 o per meglio dire immaginandomi di godere una Milano degli anni '70.

Tornando al tassellato, la passione per il cross si impossessò di me e mi spinse nel Settembre del 2009 a dare via a malincuore il mio 125 da Enduro per acquistare una KTM 250 SX-F del 2008 da Cross. Era bella, ma veramente bella! Certo leggendo la mia storia penserete "ma dici che tutte le tue moto erano belle".. effettivamente si, ritengo di aver sempre avuto buon gusto e stile nello scegliere la mia compagna di scappatelle e avventure.


Nello stesso anno mi diplomai e poi mi iscrissi all'Università degli Studi di Milano. Con il tempo capii che il motocross stava diventando un po' troppo "impegnativo" per il mestiere per cui stavo studiando (Odontoiatria) e decisi di mettere a tacere il richiamo seducente della pista, dei salti e della sensazione di volare.
Nel racconto ho tralasciato botte, lividi e fratture varie ehehe ;-).


Eccoci qua, siamo nel 2011 - precisamente a Maggio - all'Harley di Monza dopo troppe settimane d'attesa che mi separavano da lei. Che ansia, sto per conoscere la mia nuova fiamma. Lo sento, è lei, quella giusta! Che emozione indescrivibile.
Capisci che è Lei solo dopo qualche anno. Lo capisci perché quando stai girando le chiavi della porta del box stai già immaginando voi due soli lungo una strada infinita verso il sole che sta tramontando. Capisci che è lei perché ogni volta che giri il quadro per accenderla riprovi la stessa emozione della prima volta.
Quando arrivi a provare questa sensazione di stordimento e amore, è troppo tardi e ti rendi conto che ti ha "fottuto" per il resto della vita.


PS: appositamente non ho messo una foto di Lei in cui si veda bene. Non le resisto, mi piace viziarla parecchio, e così, come una donna di classe, non la vedrete mai due volte con lo stesso abito.

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