"Abbello! L'altro giorno t'ho visto con sta moto, andavi da qualche parte?"
"Uei, maschio! Stavo andando a zonzo!"
"Ah, bella come città?"
"Cosa?"
"Zonzo"
"No no intendevo dire che giravo a muzzo!"
"Ah, è vicina a Zonzo?"
"Ma no! Dicevo che facevo un giro così, a buffo!"
"Ma in quanti posti sei stato?!"
"Ma vai a cagare va'"
*accellera*
~ ~ ~
Il Good Guy non è il nostro semplicistico, conformista, pallosissimo bravo ragazzo. Il Good Guy è la brava persona, quella che lavora sodo, lavora bene; quella da cui fluiscono vibrazioni positive, quando è nei dintorni. Insomma, uno come il Punk.
Francesco, o come dicean tutti, Punk, è salito alla gloria insieme al collettivo Suicide Snails Garage, di cui abbiamo parlato spesso in queste pagine. Insieme, i 4 diavoli di Oxtia han firmato alcune delle special più interessanti e cazzute che si siano viste a Roma negli ultimi anni.
Una di queste era lo Sporty personale di Francesco, che ha visto attraversare vari splendidi stadi di trasformazione prima di approdare a questa devastante forma finale. E' la Genkidama che ti stende, la terza trasformazione di Cell, è il Vegeta Super Sayan III del chopper.
Il Good Guy non è il nostro semplicistico, conformista, pallosissimo bravo ragazzo. Il Good Guy è la brava persona, quella che lavora sodo, lavora bene; quella da cui fluiscono vibrazioni positive, quando è nei dintorni. Insomma, uno come il Punk.
Francesco, o come dicean tutti, Punk, è salito alla gloria insieme al collettivo Suicide Snails Garage, di cui abbiamo parlato spesso in queste pagine. Insieme, i 4 diavoli di Oxtia han firmato alcune delle special più interessanti e cazzute che si siano viste a Roma negli ultimi anni.
Una di queste era lo Sporty personale di Francesco, che ha visto attraversare vari splendidi stadi di trasformazione prima di approdare a questa devastante forma finale. E' la Genkidama che ti stende, la terza trasformazione di Cell, è il Vegeta Super Sayan III del chopper.
Francesco è uno di quelli che con un 13 ed una brugola ci sa fare, diciamo così. Ma a renderlo ancora più a suo agio fra motori e telai è il fatto che nella vita lavora come tornitore, cosa che si rivela parecchio killer quando ci si vuole sbizzarrire a creare dettagli irripetibili e geniali su una moto.
Notare il pratico cavalletto ligneo nella foto qui sopra. Ma andiamo con ordine che poi sbrodolo tutto quanto ed è un casino.
La base di questo strepitoso mezzo è un 1200 S, l'anno penso sia il 2003.
Successivamente convertito a 2 candele, lo small block della MoCo ha subito diverse mutazioni prima di questa. Ad esempio, il telaio stretto, originale, era stato tagliato con brutalità e ferocia, e trasformato in una cornice rasoterra stretta attorno al motore.
Aveva mantenuto gli ammortizzatori, ma era stato completamente rivoluzionato tutto il retrotreno, compresa la seduta ed il serbatoio dell'olio. Era una moto piuttosto radicale da vedere, così bassa, sottile e oltremodo compatta. E veloce, anche: giusto per provare, Francesco ci aveva montato pure un famelico carburatore Typhoon.
Leggenda vuole che, declinata in quella versione manella-ready, avesse bisogno di un pieno per andare a Roma e di uno per tornare ad Ostia, ma almeno impennava di motore in seconda.
Tanto per chiarire, il Typhoon è sta specie di mostro qua.
Ma dopo l'estate Francesco trova un annuncio su Subito ed ecco un telaio rigido pronto ad impacchetare il motorino come si deve: oltre al telaio, incluso nel pacchetto c'era anche un simpaticissimo serbatoio dell'olio dall'accattivante forma squadrangolata. Non penso che quest'ultima sia una parola vera.
Ad ogni modo, a giudicare dalla sezione di coda così arcuata, il telaio è probabilmente un glorioso Paughco per XL. Da notare invece la culla, così seducente perché simile ai rigidi straightleg.
Andrea photobombin'.
Sa va sans dir (si scrive così, credetemi studio francese), il Punk non si è posto limiti nel creare piccole grandi cose 'ncredibili 'mpressionanti (deh) che ha disseminato per la moto. Ad esempio, vedete il fiocco bianco? Fatto lui. Con le sue mani.
A parte gli scherzi, vedete quanto è stretto l'avantreno? Questo perché l'ha voluto lui così stretto. Le forche sono le originali (regolabili) dello Sporty S, rasate di orpelli inutili, ed infilate in due bellissime e soprattutto pulitissime piastre realizzate al tornio, dal pieno. Sono talmente strette che non c'è spazio neanche per il disco davanti: fa niente, che vuoi che sia guidare col cambio a mano senza freno anteriore (cosa che la dice lunga, direi, sull'abilità di rider del Punk). I cerchi rimangono gli originali a razze, che danno un aspetto ancora più fottutamente pronto (cit.) alla moto.
Il faro, a prima vista inedito, è in realtà più "edito" di quanto potreste pensare. Siete mai stati in coda dietro ad un camion, un semi articolato, un tir? Avete visto quanto cazzo son grossi da vicino? A me fanno impressione a volte.
No sul serio, avete osservato le loro belle lucine di coda spegnersi e accendersi ritmiche ad ogni frenata? Bene, fate due più due e scoprirete la geniale provenienza di questa chicca. Il nostro eroe ci ha anche fatto una bella staffetta e un guscio lavorato dal pieno. Neat!
Il manubrio è un rabbit stretterrimo e piratesco, un segnale di stile inconfondibile, un inno alla California suonato tra i campi e le praterie a nord di Dragona. Realizzato dal Punk in persona, completa alla perfezione l'avantreno.
Ma il particolare ancora più degno di essere citato è, scusate se sono melenso (a proposito di parole, "melenso" mi ha sempre fatto schifo), il fiocco bianco. Vi chiederete da dove venga, ebbene è il segno che il signor Francesco Punk, da qualche settimana a questa parte, è sposato con la bellissima Lilla, talentuosa tatuatrice ad Ostia.
Tutto il numeroso staff di RPLF (cioè io e Jack) si unisce nel fare i più sinceri auguri e congratulazioni al nostro amico e sua moglie.
A contribuire alla snellezza e impressione di "sogliolezza" della moto è anche il notevole serbatoio. Illo tempore un 8 litri classico, è stato poi crudelmente preso, sventrato e risaldato più stretto.
Punk dà un ultimo tocco di classe tornendo un tappo in ottone.
Che vista da qua. Quasi ho le vertigini.
La sella è fatta a mano, e tradisce un'ispirazione racing con quel supporto lombaro-culare fatto apposta per le sparate al semaforo.
Personalmente, apprezzo molto il contrasto fra la sottigliezza generale della moto, sottolineata dall'impuntura della sella, ed il serbatoio dell'olio, squadrato e di sguincio rispetto al resto della moto. Mi piacerebbe davvero tanto sapere che serbatoio è, se è di qualche catalogo, o se qualche motorfreak l'ha creato nella penombra del proprio garage in una fredda notte d'inverno. C'ho tutto un film in testa..
Il parafango dietro è il più classico, bello ed intramontabile dei parafanghi da chopper. La linea con la caratteristica nervatura centrale è quella dei Wassell (in realtà li faceva anche la Bates, ma in Italia li conosciamo più spesso come english o british), casa produttrice di varie parti aftermarket per moto inglesi ed americane negli anni '60. Questo in particolare è in ferro a differenza degli originali in alluminio, ed è una replica realizzata da W&W, il catalogo forse più costoso ma anche il più sgarzoèlo quando si tratta di mettere su strada un ferro vecchio.
Il sissy, realizzato con un semplice tondino in ferro, è piegato a mano e saldato direttamente al parafango.
Altro particolare terrificante è il sistema di leveraggi e rinvii che compone il cambio a mano. Ogni cosa, ogni leva è stata realizzata ad hoc.
La pedana mantiene l'aggancio stock sotto al telaio, mentre la leva della frizione è realizzata a mano con una staffa di fronte al carter della primaria. Un rinvio fa muovere la leva accanto al serbatoio, molto più comoda e veloce di quella dietro al sedere (tipica delle trasmissioni ratchet top dei big twin).
Nel tentativo di spostare la moto per le foto, non ero riuscito a metterla in folle e la muovevo schiacciando la frizione, cosa che da vedersi era davvero brutterrima.
Ovviamente quando ci è salito il Punk l'ha trovata in un amen e ho balbettato qualcosa tipo "sì ehm..prima non ci son riuscito..ah-ehm".
Ma in tutto questo non vi ho ancora parlato dell'ultimo, grande tocco di genio di Francesco. Probabilmente avrete visto, al posto del carburatore, quell'aggeggietto dall'aspetto decisamente funky, sembra una strana sorta di oggetto erotico giapponese, tipo un glory-hole montato su un porta sigarette da gentiluomo o qualcosa così.
Per quanto quest'invenzione, a pensarci, potrebbe essere rivoluzionaria e brevettabile, no, non è niente di tutto questo: facciamo un salto indietro nel tempo, bambini, e apriamo il Sussidiario al novembre del 1973.
Vabbè basta. Quello che voglio dire è che, negli anni '70, spesso venivano usati questa sorta di "iniettori meccanici" per aumentare la resa, soprattutto agli alti regimi, dei motori che venivano più o meno preparati per una spada sulla strip la domenica mattina. Le tre case produttrici principali di questi carburatori erano Posa, Lake, o Star, ma ve n'erano svariate. Delle prime due vediamo una pubblicità nelle prime pagine del numero del novembre '73 di Custom Chopper.
Il funzionamento di questi simpatici cazzampocchi dal design apparentemente innocente era elementare quanto allucinante: niente vaschetta della benzina, un solo getto con saracinesca comandata dal filo del gas, a pompare bumba dentro il motore. Chiaramente avevano una schicchera agli alti che altri carburatori più tradizionali non riuscivano a dare.
Sempre sullo stesso numero di Custom Chopper, vediamo ad esempio questo bestiale Panhead portato a 1500 di cilindrata (poco, dai), che esibiva sulle teste S&S per doppio carb una minacciosissima coppia di Lake.
Terrore vero.
Capite ora che numero ha fatto il nostro eroe? Il carburatore del suo mezzo è una replica esatta di quegli injectors che pompavano grandiosi chopper dell'età dell'oro, realizzato dal pieno (DAL PIENO), dal nulla, con tanto onesto lavoro ed il sorriso sotto la barba.
Ogni singolo componente che equipaggia l'iniettore è stato creato per l'occasione, compresa la piastra di ancoraggio al motore; tutto a parte una molla di cui mi aveva parlato ma che non ricordo dove stia (probabilmente dentro, a regolare l'andata e ritorno del gas). Il diametro del venturi è di 40mm, un aeroplano!
Cosa che tra l'altro ha un senso, dato che l'origine di questi carburatori erano i motori degli aeroplani.
E la cosa che fa ancora di più onore alla persona, è la modestia, la gentilezza e quella laidback attitude che non guasta mai, riguardo al suo talento, le moto su cui lavora, e la vita in generale. E' la passione per queste cose che lo guida, non esiste altro.
Ricordo ancora una volta in cui mi stava aiutando a fare dei buchi sul telaio, per montare un nuovo serbatoio. Stava fumando qualcosa di rilassante, e nonostante io non fumi, era un periodo decisamente impegnativo, per cui gli chiesi un tiro.
Lui sorrise, mi passò il joint e disse "Regolare".
Non c'entra molto con tutto il resto quest'aneddoto, ma quel sorriso e quella risposta
mi fecero capire la persona genuina e onesta che era.
Ora nuove sfide e nuovi orizzonti si aprono per Francesco.
Virtualmente chiusa l'esperienza di Suicide Snails (anche se non morirà mai davvero), all'alba dei trent'anni e con una paternità in arrivo, il Punk si prepara ad affrontare una nuova fase della sua maturità con lo stile ed il sorriso che lo contraddistinguono.
Non posso che augurargli il meglio, anche perché organizza grigliate da paura (dove ho sempre scroccato) e mi spiacerebbe se non venissi invitato più.
Ovviamente scherzo. Oddio, la parte dello scrocco è vera eh. Anche quella degli auguri. E anche quelle delle grigliate da paura.
L'ultima volta ho pure mangiato un peperoncino oltre 9000 di power level e come un piciu sono andato in bagno senza lavarmi le mani: immaginate che cacchio è successo quando mi son toccato là sotto. Non ve lo consiglio.
Cioè ve lo consiglio se vi piace la roba kinky, ma se siete normali no, non ve lo consiglio.
Fear the Beard! Peace out.
✠ ✠ ✠
A proposito di oltre 9000, beccatevi sto YTP leggendario. Per la cronaca la faccia di Nappa a 1:24 è uguale alla mia quando mi son toccato lo sbarabàus con le mani intrise di peperoncino.
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