Africa in moto Freetown (Sierra Leone) - Sollies Ville (Francia): parte 1

Qualche giorno fa riceviamo un'email da Fulvio, un lettore di RPLF, che ci scrive riguardo ad un viaggio che ha fatto. Un lungo viaggio che ha fatto.

L'itinerario prevede la partenza in un continente e l'arrivo in un altro.
L'itinerario prevede l'attraversamento di un'infinità di dogane.
L'itinerario prevede tratti di deserto, di sterrato e, a volte, di asfalto.
L'itinerario prevede 7000 Km di viaggio, di esperienze ed emozioni.

Personalmente sono rimasto molto colpito dall'entusiasmo di questo motociclista, dal suo carattere e dalla sua determinazione. Un vero tosto.

Con grande piacere condividiamo con voi il diario di viaggio di Fulvio, dalla Sierra Leone fino in Francia!

Immagine estratta dal web.
Finalmente è arrivato il momento. È arrivato il momento di tornare a casa dopo quattro anni trascorsi a lavorare in Sierra Leone e a girare l’Africa dell’Ovest per lavoro e per turismo. Ho chiara solo una cosa, viaggerò in moto via terra da Freetown fino al Marocco, ma poi la mia pianificazione vacilla. Non so esattamente da quale città prenderò il traghetto e soprattutto non so come farò per entrare in Europa con una moto indiana immatricolata in Sierra Leone. Sono sicuro che troverò una soluzione alla frontiera o una maniera di risolvere la questione con creatività. Mal che vada lascerò la moto a qualcuno e tornerò in aereo, pensavo molto ingenuamente senza sapere che in Mauritania e in Marocco non è così semplice disfarsi di una macchina o una di una moto. Non avevo la patente internazionale, ma una patente sierraleonese e quella italiana che hanno fatto il loro dovere senza dover neanche inventare scuse.

Lun 4: Freetown - Mamou 510 Km
Mar 5: Mamou - Sambailo 420 Km
Mer 6: Sambailo - Thiaday 554 Km
Gio 7: Thiadiaye - Dakar 80 Km
Ven 8: Dakar 120 Km
Sab 9: Dakar 50 Km
Dom 10: Dakar - San Louis 300 Km
Lun 11: San Luis - Km 80 417 Km
Mar 12: Km 80 - Bou Layoune 567 Km
Mer 13: Bou Layoune - Dakhla 300 Km
Gio 14: Dhakla - Tarfaia 640 Km
Ven 15: Tarfaya - Tamri 670 Km
Sab 16: Tamri - Rabat 380 Km
Dom 17: Rabat - Fez 200 Km
Lun 18: Fez - Nador 364 Km
Mer 20: Nador - Almeria 40 Km
Gio 21: Almeria - Barcellona 877 Km
Ven 22: Barcellona - Sollies 512 Km

Totale: 7001 Km



La moto e l’equipaggiamento
Marca: TVS Apache 160 cc (Indiana)
Serbatoio: 16 L
Consumi: 3 L/100 Km.
Velocità: 105 Km/h
Km alla partenza: 12200
Equipaggiamento: due sacche morbide da bicicletta da 15 litri, una sacca magnetica da 20 litri e una borraccia da un litro e mezzo per l’acqua. Un ragno per il serbatoio e un cavalletto per filmare il viaggio. Qualche vestito, un paio di scarpe, due macchine fotografiche e due libri.

Freetown-Saimbalo, Dalla Sierra Leone alla Guinea
La mia ultima notte Sierra Leonese scorre tranquillissima e mi sveglio pieno di energie al richiamo del muezzin mentre fuori è ancora buio. Un caffè, un ultimo controllo ai documenti, soldi e benzina e alle sette parto verso il sole nascente, o per lo meno quello che credo tale perché oggi c’è una nebbia inusuale e fa anche freschino, mi si appanna la visiera e devo continuamente pulirla con il dorso della mano.


Per 100 dollari ho fatto il visto per la Guinea all’ambasciata a Freetown, un laissez passer per la moto per 30 dollari e un assicurazione Ecowas (Sierra Leone, Guinea a Senegal) per altri cento dollari, tutte le carte sono in regola.

Arrivo a Pamalap, alla frontiera con la Guinea alle dieci in punto, in mezz'ora sbrigo tutte le formalità e cambio paese senza neanche accorgermene. Un bel Nescafé, una frittata e riparto verso il primo di una lunghissima serie di posti di blocco. Ne ho sentite tante di storie di corruzione e ne ho vissuta qualche d’una, ma purtroppo per i militari ho tutti i documenti in regola e molta pazienza, gentilmente spiego da dove vengo, dove vado e senza fretta aspetto di ripartire. Ho visitato la Guinea varie volte per lavoro, da qualche parola chiave capisco con che gruppo etnico ho a che fare, i Susu mi chiamano Foté, per i Peul sono Portoglio e per i Malinké sono un Toubabou. Non che io parli queste tre lingue, ma per lo meno riesco a scambiare due saluti nella lingua giusta che mi assicura sempre un’attitudine positiva.
Arrivo finalmente alle cinque di sera a Mamou, una piccola cittadina dove la strada biforca a Nord per proseguire verso il Mali e ad Est per andare verso il Senegal e la Guinea Bissau. Giro a sinistra e cerco il mio primo Hotel, da domani comincerà il Fouta Djallon, il più importante massiccio montuoso e bacino idrografico dell’Africa dell’ovest. Questo per lo meno spiegano tutti gli articoli che ho letto fino ad ora, un luogo di rara bellezza che le parole non possono neanche rappresentare o esprimere appieno la magia del luogo. Immaginandomi paesaggi mozzafiato tra cascate e falesie mi addormento felice.

Il paesaggio è piacevole: valli, altopiani, foresta un po’ secca ma con la magia che prometteva la guida. Per due ore non incontro neanche un villaggio, una macchina, una moto o una bici. Che strano penso, meno male che la moto funziona bene.
All’improvviso dietro a una curva trovo finalmente i camion e i taxi. Sono tutti in fila parcheggiati. Che sarà successo? Un incidente penso subito, oppure qualcosa di molto grave. Mi avvicino e vedo centinaia di gente ammassata sui lati aspettando che la situazione si risolva, un camioncino si è rovesciato sull’unico ponte, fortuna senza nessuna vittima. C’é chi commenta, chi da una mano, chi dispensa consigli o chi semplicemente vende cianfrusaglie e bignè. Mi fanno cenno di passare da un sentiero laterale e attraversare il fiume Gambia che è poco meno di un torrentello.


Arrivo a Sambailo al tramonto e mi accorgo che la catena è particolarmente molle, appena accelero sento il caratteristico cloc cloc e devo trovare un modo di tenderla di nuovo. Trovo una Guest House all’ingresso del paesino, mi registro, lascio gli zaini e mi dirigo deciso e convinto verso un meccanico che avevo adocchiato a cento metri sulla destra. Purtroppo per me, mi era completamente sfuggita la stazione di polizia a cinquanta metri sulla sinistra. Impreco e maledico pensando all’occasione d’oro che gli ho appena fornito, il vero pollo da spennare. Ovviamente appena i poliziotti mi vedono scattano tutti e quattro in piedi e mi fanno segno di fermarmi a grandi gesti. Sospirando profondamente per aver abbassato la guardia mi dirigo verso di loro in ciabatte, senza documenti e senza casco, perfetto per doverne pagare le conseguenze ai pantagruelici poliziotti di frontiera. Dopo un inizio che sembrava destinato a prosciugarmi di tutti i miei franchi guineani ottengo una miracolosa grazia. Eccezionalmente mi fanno tornare a piedi a prendere il casco, i documenti e rimettermi le scarpe. Dopo tutti gli accertamenti e discussioni a non finire, mi lasciano andare dal meccanico senza chiedermi niente, si accontentano di redarguirmi per altri dieci lunghissimi minuti facendo valere la loro autorità. Nel frattempo il meccanico è andato a pregare alla moschea assieme a mezzo villaggio, pazienza, aspetterò fiducioso.

Il viaggio continua...

Leggi anche: Parte 2 - Parte 3 - Parte 4

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