SP #27: Sayone




Andrea "Sayone"

The Outsider


Rieccoci finalmente alla serie a puntate che nemmeno sapevate vi mancasse! L'ultimo articolo fu nell'ottobre 2017, e se vi state chiedendo se qualcosa è cambiato (ma perché dovreste), sappiate che non è cambiato nulla, a parte che ho messo su qualche chilo. 
Ripartiamo a tromba dunque con la cronaca di un paio di giorni allucinati in compagnia di uno dei personaggi più underground e punk di questa scena di Roma, il Sayone. Talmente underground da creare il brand Ciaone prima che tutti lo copiassero; talmente punk che anche sua madre lo chiama Sayone; talmente cool che non ha manco bisogno del ghiaccio nella coca cola.


Comunque, l'opportunità per fare due foto e parlare di due cose si presenta in occasione dei Motodays. Ci vediamo sotto casa mia e ci dirigiamo verso la stazione dell'Agip sulla Roma-Fiumicino, dove aspettiamo il Gianka col suo Ducati.


Al momento di ripartire, però, il Ducatone mannaro non si accende: evidentemente c'è qualche problema col cavo dello starter, che in tre e in un'ora e mezza non riusciamo a risolvere. 


Non ci rimane che caricare il Ducati sul furgone e ripartire verso i Motodays, con Gianka zavorrina di Sayone.


Arriviamo ai Motodays ed entriamo con gli accrediti gentilmente offerti da Bruno di Cafè Twin. Ma stendiamo un velo pietoso sui Motodays, dove ormai non vale la pena andare manco gratis, purtroppo.


L'highlight di sabato rimane dunque la corsa verso la fiera, sotto un bel sole già primaverile. 


Fast forward alla domenica mattina. L'atmosfera è decisamente diversa, e non solo per le nuvole basse e grigie e la zibba che tira dal mare, ma facciamo del nostro meglio per cavare qualcosa dalla giornata: partiamo verso i campi di bonifica tra Ponte Galeria e la costa, che in una giornata simile possono persino offrire qualche vista inedita e rinfrancante.


In condizioni di forte vento, la pista prediletta per l'atterraggio a Fiumicino è quella più lontana dal mare, dunque anche quella più nascosta.


Gli aerei rombano come meteore mentre rampano sopra i fili d'erba, per poi toccare terra poco lontano da noi.


Ne guardiamo scendere quattro o cinque, il che mi dà il tempo di ricordarmi da quanto tempo conosco Andrea, o come dicean tutti, Sayone.
Di preciso, sinceramente, non lo ricordo neanche io: mi pare però che a febbraio 2014, quando ancora viaggiavo con il serbatoio originale (riverniciato, non sia mai) sullo Sporty, andai con ChopperSte e consorte ad una festa di un negozio di magliette in zona San Giovanni, Spillo's. 


Avevo appena montato le drag-pipes, cosa che nella mia immaginazione mi faceva entrare a buon titolo nell'aristocrazia, e rimasi piacevolmente colpito dalla folla piccola ma giusta che si era radunata sul marciapiede di fronte al negozio.


A dettare l'umore del pomeriggio, con una battuta in romanesco per tutti e un'attitudine punk indiscussa, un giovane ragazzo dal nome che sembra un tag per graffiti (e lo è), Sayone.


Negli anni seguenti ci siamo beccati sempre più di frequente: da lui ho fatto fare le magliette per la CDR (che se non sapete cos'è non fa niente), comprato il berretto col quale ho dormito all'Elefante..insomma, gira che ti rigira siamo diventati amici.



Da sempre attratto dal mondo delle moto, tanto da prendersi come primo mezzo un malcapitato Kawasaki EN 500, aveva però inizialmente preso la strada del greaser club entrando nella Billy Boy Crew, e rimanendoci per svariati anni. Ma nei primi mesi del 2018 non ha resistito e, chiusi alcuni capitoli della sua vita (e aprendone di altri), "ha separato la crusca dal grano, gli effeminati dubbiosi dalle checche convinte" (cit. Dodgeball), e si è tuffato anima e corpo su una Triumph Bonneville T100, anno 2011. Da quel momento partì una primavera di giri insieme a cazzo per il Lazio, con baristi che ci cacciano da paesini nel reatino, bionde in saloppetta che mi sconvolgono, pranzi tossici dal Mac alle quattro del pomeriggio, fughe allergiche da strampalati festival hippie. Una primavera da Re. 


E se vi state chiedendo che fine hanno fatto quei kustom radicali delle scorse puntate, rispondo che per una volta è un piacere vedere una moto semi-stock, con giusto quei due o tre tocchi per darle un'aria più retro, come il fanalino gommato o gli scarichi trumpet, o la verniciatura a scallops panna su fondo nero, che sembrano gridare da una vecchia foto di Danny Lyon. Per non parlare dell'aurea che attornia la Triumph, l'unica marca oltre all'Harley ad aver veramente segnato un'epoca magica di creatività e banditismo su due ruote. Il cupolino invece le dà una nota più café; non mi fa impazzire, ma l'utilità è indubbia: "Senti che giannetta", è la motivazione di Andrea, e non posso proprio dargli torto, soprattutto quando parla col suo linguaggio espressionista.


E al Mac finiamo anche questa domenica, non per pigrizia ma per libera scelta (ma lo Smoky di Bastianich? Parliamone), e sorseggiando un tazzotto di Coca gelida parliamo della sua nuova avventura, la fondazione di un nuovo collettivo di motociclisti come si deve per le strade di Roma, The Outsiders.


"In realtà è più un brand", mi spiega Sayone: "niente regole complicate, niente sigle. Solo un gruppo di amici, che vanno in giro con la propria roba addosso". Come dichiarazione d'intenti, mi sembra bruscamente sincera, una novità in un ambiente esasperato dove tanti giocano a fare i "veri" (e non solo su internet), dove l'atteggiamento è tutto, ma la sostanza è spesso poca.


Contando che Sayone, nel primo mese dopo l'acquisto della Bonneville, ci fa qualcosa come tremila chilometri andando a lavoro e girando nei fine settimana, si può facilmente riconoscere la sua passione come sincera. E non è la sola: "Le magliette le facciamo perché lo streetwear è sempre stato una delle mie passioni. E così abbiamo il modo di autofinanziarci". Per cosa?  Prima di tutto, per altre magliette e abbigliamento di qualità. 


E a riprova di questa qualità, in effetti, le magliette che ho preso da lui negli anni (incluse quelle degli Outsiders, che potete trovare qui) si sono sempre dimostrate comodissime, resistenti, ed esteticamente originali. Ho ancora una maglietta con Rat Fink che d'estate ho praticamente sempre addosso, e non ha ancora perso il colore. E io sudo. Tanto.



Dettagli sulla mia sudorazione a parte, la morale è che al momento di prendere una moto, e riaffacciarsi in quest'ambiente da protagonista, Sayone ha fatto i compiti a casa, e preso l'ispirazione dai posti giusti - finalmente qualcuno che lo fa: "Se guardi "Il Selvaggio", di Harley e Indian ce ne sono", mi dice, "ma la maggior parte guida Triumph. Quella cultura nasce anche su Triumph". Bloody well right. Più leggere, meno costose, ma sicuramente non meno carismatiche, affascinanti e divertenti delle più grasse cugine americane.


E proprio nel 1953, alla domanda "contro cosa vi ribellate?", un certo Johnny rispondeva "Whaddya got?". Quello che vi pare, quello che volete. Nel 2019, mi rendo conto che è molto difficile tenere alta la bandiera, ma forse si può adottare un certo sano "menefreghismo" punk, una flemmatica e positiva strafottenza si può dire, per vivere la propria vita e la propria passione senza grandi patemi come fa il nostro amico, e come cerchiamo di fare anche noi.


Per questo la sincerità della proposta di Sayone è rinfrescante. "Pochi cazzi: prima di essere una crew, è un collettivo di persone che vanno in moto, fanno magliette e abbigliamento spettacolari"; e, ci sentiamo di aggiungere, bevono birra e mangiano Crispy McBacon. Dall'epoca dei BRMC del vecchio Johnny, o i Beetles di Chino, il mondo e quest'ambiente sono cambiati radicalmente - magari in meglio, magari in peggio - ma forse i fondamentali sono rimasti gli stessi, e domeniche come questa ne sono la dimostrazione perfetta.


Se volete quindi seguire le fantasmagoriche avventure del nostro eroe e della sua nuova banda, e rimanere aggiornati sui fichissimi design o prodotti con cui se ne escono, potete seguirli sul web! Oppure fate di meglio: cercateli in giro per McDonald's o birrerie. Male che vada, vi sarete fatti un giro in moto (che è il teorema di base), e avrete mangiato qualche lurido panino gourmet! 
"Noi s'aa cojemo. Bella!"

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Da grandi volete essere Sayone? Cominciate sin da ora con il corso di lingue Sayone-Italiano/Italiano-Sayone, ricco di espressioni uniche per cavartela in ogni situazione! Ad esempio:
State commentando una vista molto affascinante: "Sto paesaggio è na cifra sgravato!"
Volete punire qualcuno? "Tiraje no sleccamuffo ar contrario!"
La moto non si vuole accendere e vi sale un insulto: "Sta moto è popo de roma nord!", o in alternativa, "è popo laziale (tanto son più o meno la stessa cosa)!"
Fantasticate sul panino che vi prenderete appena arrivati: "Me faccio un panino co teschi e svastiche"
 Quando è pronto in tavola e la soddisfazione vi invade: "Sento profumo de giustizia!"
 Fa freddo ma vi siete dimenticati l'accendino: "Questa è popo na cattiveria de Dio.."
In men che non si dica riuscirete a padroneggiare il jive talk di Centocelle!
In edicola al prezzo di un pieno.



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