PARTE 1 - PARTE 2 - PARTE 3
Eccomi qui. Ore 00:23 di un lunedì di febbraio. Ormai martedì. È arrivato il momento. Si, è arrivato. Oggi inizierò il racconto della mia seconda esperienza all'Elefantentreffen, il raduno motociclistico più bello a cui abbia mai partecipato.
Tempo di mettere un 33 giri di John Denver (fondamentale per viaggiare, in questo caso con la mente e con i ricordi), apro una bottiglia di Valpollicella e preparo una sigarette con il tabacco.
Ora sono pronto a scrivere, a partire.
L'emozione provata nel 2015 è stata fortissima e, nonostante i problemi insorti durante il viaggio, le nevicate, la scivolata a Monaco sul ghiaccio e la nottata a -15°C in tenda e sacco a pelo, quando tornai a Milano l'unico pensiero in mente riguardò l'edizione successiva del 2016. Un pensiero costante che mi ha accompagnato per tutto l'anno. Eh si. Appena si torna dall'Elefante, si contano i giorni che ti separano dal prossimo. Si pensa agli errori, le cose portate di troppo, quelle che mancavano e anche a come rendere più bizzarro e goliardico questo folle raduno.
Quest'anno la parola d'ordine è stata: catene da neve. La caduta a Monaco ha lasciato una cicatrice nei miei ricordi e dei graffi sulla moto che ricordo, entrambi, con piacere.
Così il mese di dicembre lo passo a far progetti, disegni, a ragione, cercare qualche informazione su internet sperando di trovare qualche altro disperato come me.
La bibbia ufficiale è rappresentata dal video di Riccardix (il Grande!) di Elefantentreffen.com. Però faccio da subito fatica a trovare gli anelli portachiavi piatti e resistenti, ci sono solo dei modelli a sezione tonda e troppo "molli". Non resisterebbero alla trazione di un fifty, figuriamoci a quella di un Twin Cam. Poi sono un po' titubante sul fatto che un solo strato di velcro (da un lato è doppio, dall'altro è singolo) possa tenere. Così non mi faccio perdere d'animo ed inizio a buttare giù qualche progetto. Ok io pubblico la foto, però promettetemi di non ridere (troppo).
La prima idea non è troppo malvagia: utilizzare dei Grilli per fissare le catene allo pneumatico mediante tiranti. La seconda prevede di fissare i due capi della catena mediante semplice vite passante e Farfalla di fissaggio. Per non segnare i cerchi avevo pensato di sfruttare una vecchia camera d'aria di una bici da corsa 700x23 recuperata da un ciclista di zona.
Quale scegliere? Eh. Devo provarle entrambe. Così tra dicembre e gennaio passo più ore al Leroy Merlin, Brico e Bricoman che in casa.
In fase di realizzazione chiamo Riccardo per qualche consiglio. Prontamente mi boccia la prima idea dei tiranti, con il freddo si spaccherebbero (effettivamente era successo l'anno scorso a Francesco). Per quella della vite passante storce il naso, almeno così intuisco al telefono.
Siamo punto a capo.
Che stupido! La soluzione ce l'avevo sotto il naso. Basta unire il mio primo progetto con quello di Riccardo, facendo alcune migliorie. Semplifico la tecnica di Riccardo facendo due strisce complete sovrapposte di velcro e così, "in men che non si dica", realizzo 20 catene da neve, 10 per la ruota anteriore e 10 per la posteriore.
Il grosso è fatto. Ora si tratta solo di recuperare la lista delle cose da portare, montare mutande paramotore e moffoloni, controllino dal meccanico e sono pronto per partire.
Faccio una piccola modifica alla GoPro in modo da poter utilizzare lo sportellino aperto per ricaricarla velocemente durante le soste senza il rischio che entri neve o acqua.
Vado a trovare il mio vecchio amico Rudy, bravissimo meccanico, nonché compagno di motocross dei tempi d'oro per un rapido controllo (da eseguire sempre prima di un viaggio).
I giorni passano velocemente, troppo velocemente, e in men che non si dica mi ritrovo alla sera prima della partenza, in box a caricare la moto insieme alla mia assistente personale Chiara, nonché collaudatrice finale. Tutto dipenderà dal suo verdetto.
Con un sorriso mi fa intendere che la moto va bene e che ha passato la sua revisione!
Ora basta cazzeggiare... è l'ora di partire!
ALT. Stavo dimenticando la cosa più importante da portarsi dietro...
See you soon on the road,
Jack
PARTE 1 - PARTE 2 - PARTE 3
Eccomi qui. Ore 00:23 di un lunedì di febbraio. Ormai martedì. È arrivato il momento. Si, è arrivato. Oggi inizierò il racconto della mia seconda esperienza all'Elefantentreffen, il raduno motociclistico più bello a cui abbia mai partecipato.
Tempo di mettere un 33 giri di John Denver (fondamentale per viaggiare, in questo caso con la mente e con i ricordi), apro una bottiglia di Valpollicella e preparo una sigarette con il tabacco.
Ora sono pronto a scrivere, a partire.
L'emozione provata nel 2015 è stata fortissima e, nonostante i problemi insorti durante il viaggio, le nevicate, la scivolata a Monaco sul ghiaccio e la nottata a -15°C in tenda e sacco a pelo, quando tornai a Milano l'unico pensiero in mente riguardò l'edizione successiva del 2016. Un pensiero costante che mi ha accompagnato per tutto l'anno. Eh si. Appena si torna dall'Elefante, si contano i giorni che ti separano dal prossimo. Si pensa agli errori, le cose portate di troppo, quelle che mancavano e anche a come rendere più bizzarro e goliardico questo folle raduno.
Quest'anno la parola d'ordine è stata: catene da neve. La caduta a Monaco ha lasciato una cicatrice nei miei ricordi e dei graffi sulla moto che ricordo, entrambi, con piacere.
Così il mese di dicembre lo passo a far progetti, disegni, a ragione, cercare qualche informazione su internet sperando di trovare qualche altro disperato come me.
La bibbia ufficiale è rappresentata dal video di Riccardix (il Grande!) di Elefantentreffen.com. Però faccio da subito fatica a trovare gli anelli portachiavi piatti e resistenti, ci sono solo dei modelli a sezione tonda e troppo "molli". Non resisterebbero alla trazione di un fifty, figuriamoci a quella di un Twin Cam. Poi sono un po' titubante sul fatto che un solo strato di velcro (da un lato è doppio, dall'altro è singolo) possa tenere. Così non mi faccio perdere d'animo ed inizio a buttare giù qualche progetto. Ok io pubblico la foto, però promettetemi di non ridere (troppo).
Elaborato progetto di catene da neve per moto eseguito in AutoCad. |
Quale scegliere? Eh. Devo provarle entrambe. Così tra dicembre e gennaio passo più ore al Leroy Merlin, Brico e Bricoman che in casa.
In fase di realizzazione chiamo Riccardo per qualche consiglio. Prontamente mi boccia la prima idea dei tiranti, con il freddo si spaccherebbero (effettivamente era successo l'anno scorso a Francesco). Per quella della vite passante storce il naso, almeno così intuisco al telefono.
Siamo punto a capo.
Che stupido! La soluzione ce l'avevo sotto il naso. Basta unire il mio primo progetto con quello di Riccardo, facendo alcune migliorie. Semplifico la tecnica di Riccardo facendo due strisce complete sovrapposte di velcro e così, "in men che non si dica", realizzo 20 catene da neve, 10 per la ruota anteriore e 10 per la posteriore.
Lavorando alla realizzazione delle catene da neve per moto. |
La mia Harley-Davidson Dyna FXDC con le catene da neve. |
Faccio una piccola modifica alla GoPro in modo da poter utilizzare lo sportellino aperto per ricaricarla velocemente durante le soste senza il rischio che entri neve o acqua.
La mia Harley-Davidson Dyna FXDC pronta ad affrontare il 60° Elefantentreffen! |
Vado a trovare il mio vecchio amico Rudy, bravissimo meccanico, nonché compagno di motocross dei tempi d'oro per un rapido controllo (da eseguire sempre prima di un viaggio).
Da Rudy all'officina Orange Bike di Via Wildt a Lambrate |
|
Rudy sei troppo bello sull'Harley! Molla la Honda e passa al lato oscuro del bicilindrico! |
I giorni passano velocemente, troppo velocemente, e in men che non si dica mi ritrovo alla sera prima della partenza, in box a caricare la moto insieme alla mia assistente personale Chiara, nonché collaudatrice finale. Tutto dipenderà dal suo verdetto.
Con un sorriso mi fa intendere che la moto va bene e che ha passato la sua revisione!
Ora basta cazzeggiare... è l'ora di partire!
ALT. Stavo dimenticando la cosa più importante da portarsi dietro...
See you soon on the road,
Jack
PARTE 1 - PARTE 2 - PARTE 3
Commenti
Posta un commento
Per i lettori non registrati, cliccare sulla voce OpenID.